Discorsi Fotografici nasce dall’esigenza di creare un punto di riferimento e discussione nel panorama italiano della fotografia tradizionale e digitale.In un processo da fotografo a fotografo, Discorsi Fotografici punta a realizzare un canale di informazione sulle ultime novità, tecniche, tendenze, e tutto ciò che riguarda lo sconfinato mondo del dipingere con la luce.Punto di forza dell’idea è la creazione di podcast audio e video in cui far interagire il fotografo professionista così come ...
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Susanna Basso "Ricordando Alice Munro"
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Susanna Basso
"Ricordando Alice Munro"
Einaudi Editore
www.einaudi.it
Assoluta maestra del narrare breve, Alice Munro, prima canadese a vincere il Nobel per la Letteratura nel 2013, morta oggi a 92 anni, nella sua lunga vita ha dovuto combattere tante battaglie, contro il cancro e negli ultimi anni contro la demenza senile.
Ma se ne va dopo aver visto riconosciuta la dignità di un genere, il racconto, spesso accompagnato da quel pregiudizio che ha seguito un po' anche la sua carriera.
Munro era una scrittrice di racconti. È una forma di narrativa che spesso viene trascurata rispetto ai romanzi, ma che nel caso della scrittrice canadese, grazie alla sua abilità nel dare grande profondità psicologica ai personaggi anche in poche pagine, era stata celebrata dalla critica e paragonata proprio alla scrittura romanzesca. La scrittrice statunitense Cynthia Ozick l’aveva definita la «Čechov canadese», facendo riferimento al celebre scrittore russo dell’Ottocento, noto per drammi teatrali e racconti. Lo stesso Nobel le era stato assegnato in quanto «maestra del racconto contemporaneo». Munro era stata la prima persona canadese a vincere il prestigioso riconoscimento letterario internazionale.
Per le sue condizioni di salute Munro non andò a Stoccolma per ricevere il Nobel, e invece di un discorso in presenza mandò un videomessaggio di circa 30 minuti.
https://www.youtube.com/watch?v=EgKC_SDhOKk
I racconti di Munro sono in gran parte dedicati a descrivere l’esperienza di vita femminile nel corso del Novecento in un contesto come quello canadese. Le prime raccolte, come La danza delle ombre felici del 1968 e La vita delle ragazze e delle donne del 1971, raccontano vicende di formazione di giovani donne, mentre nei racconti più recenti, come quelli di Nemico, amico, amante… del 2001 e In fuga del 2004, le protagoniste sono donne di mezza età o anziane. Un’altra caratteristica della produzione letteraria della scrittrice è il realismo con cui è rappresentata la provincia canadese e la sua società.
In Italia i suoi libri sono stati pubblicati a partire dagli anni Novanta. Le prime a essere tradotte furono proposte da piccoli editori (Serra e Riva, la femminista La Tartaruga ed E/O); a partire dal 2000, con Il sogno di mia madre, sono state tutte pubblicate o ripubblicate da Einaudi, nelle traduzioni di Susanna Basso. La più recente è Uscirne vivi, del 2012.
IL POSTO DELLE PAROLE
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www.ilpostodelleparole.it
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Assoluta maestra del narrare breve, Alice Munro, prima canadese a vincere il Nobel per la Letteratura nel 2013, morta oggi a 92 anni, nella sua lunga vita ha dovuto combattere tante battaglie, contro il cancro e negli ultimi anni contro la demenza senile.
Ma se ne va dopo aver visto riconosciuta la dignità di un genere, il racconto, spesso accompagnato da quel pregiudizio che ha seguito un po' anche la sua carriera.
Munro era una scrittrice di racconti. È una forma di narrativa che spesso viene trascurata rispetto ai romanzi, ma che nel caso della scrittrice canadese, grazie alla sua abilità nel dare grande profondità psicologica ai personaggi anche in poche pagine, era stata celebrata dalla critica e paragonata proprio alla scrittura romanzesca. La scrittrice statunitense Cynthia Ozick l’aveva definita la «Čechov canadese», facendo riferimento al celebre scrittore russo dell’Ottocento, noto per drammi teatrali e racconti. Lo stesso Nobel le era stato assegnato in quanto «maestra del racconto contemporaneo». Munro era stata la prima persona canadese a vincere il prestigioso riconoscimento letterario internazionale.
Per le sue condizioni di salute Munro non andò a Stoccolma per ricevere il Nobel, e invece di un discorso in presenza mandò un videomessaggio di circa 30 minuti.
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I racconti di Munro sono in gran parte dedicati a descrivere l’esperienza di vita femminile nel corso del Novecento in un contesto come quello canadese. Le prime raccolte, come La danza delle ombre felici del 1968 e La vita delle ragazze e delle donne del 1971, raccontano vicende di formazione di giovani donne, mentre nei racconti più recenti, come quelli di Nemico, amico, amante… del 2001 e In fuga del 2004, le protagoniste sono donne di mezza età o anziane. Un’altra caratteristica della produzione letteraria della scrittrice è il realismo con cui è rappresentata la provincia canadese e la sua società.
In Italia i suoi libri sono stati pubblicati a partire dagli anni Novanta. Le prime a essere tradotte furono proposte da piccoli editori (Serra e Riva, la femminista La Tartaruga ed E/O); a partire dal 2000, con Il sogno di mia madre, sono state tutte pubblicate o ripubblicate da Einaudi, nelle traduzioni di Susanna Basso. La più recente è Uscirne vivi, del 2012.
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Assoluta maestra del narrare breve, Alice Munro, prima canadese a vincere il Nobel per la Letteratura nel 2013, morta oggi a 92 anni, nella sua lunga vita ha dovuto combattere tante battaglie, contro il cancro e negli ultimi anni contro la demenza senile.
Ma se ne va dopo aver visto riconosciuta la dignità di un genere, il racconto, spesso accompagnato da quel pregiudizio che ha seguito un po' anche la sua carriera.
Munro era una scrittrice di racconti. È una forma di narrativa che spesso viene trascurata rispetto ai romanzi, ma che nel caso della scrittrice canadese, grazie alla sua abilità nel dare grande profondità psicologica ai personaggi anche in poche pagine, era stata celebrata dalla critica e paragonata proprio alla scrittura romanzesca. La scrittrice statunitense Cynthia Ozick l’aveva definita la «Čechov canadese», facendo riferimento al celebre scrittore russo dell’Ottocento, noto per drammi teatrali e racconti. Lo stesso Nobel le era stato assegnato in quanto «maestra del racconto contemporaneo». Munro era stata la prima persona canadese a vincere il prestigioso riconoscimento letterario internazionale.
Per le sue condizioni di salute Munro non andò a Stoccolma per ricevere il Nobel, e invece di un discorso in presenza mandò un videomessaggio di circa 30 minuti.
https://www.youtube.com/watch?v=EgKC_SDhOKk
I racconti di Munro sono in gran parte dedicati a descrivere l’esperienza di vita femminile nel corso del Novecento in un contesto come quello canadese. Le prime raccolte, come La danza delle ombre felici del 1968 e La vita delle ragazze e delle donne del 1971, raccontano vicende di formazione di giovani donne, mentre nei racconti più recenti, come quelli di Nemico, amico, amante… del 2001 e In fuga del 2004, le protagoniste sono donne di mezza età o anziane. Un’altra caratteristica della produzione letteraria della scrittrice è il realismo con cui è rappresentata la provincia canadese e la sua società.
In Italia i suoi libri sono stati pubblicati a partire dagli anni Novanta. Le prime a essere tradotte furono proposte da piccoli editori (Serra e Riva, la femminista La Tartaruga ed E/O); a partire dal 2000, con Il sogno di mia madre, sono state tutte pubblicate o ripubblicate da Einaudi, nelle traduzioni di Susanna Basso. La più recente è Uscirne vivi, del 2012.
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Ma se ne va dopo aver visto riconosciuta la dignità di un genere, il racconto, spesso accompagnato da quel pregiudizio che ha seguito un po' anche la sua carriera.
Munro era una scrittrice di racconti. È una forma di narrativa che spesso viene trascurata rispetto ai romanzi, ma che nel caso della scrittrice canadese, grazie alla sua abilità nel dare grande profondità psicologica ai personaggi anche in poche pagine, era stata celebrata dalla critica e paragonata proprio alla scrittura romanzesca. La scrittrice statunitense Cynthia Ozick l’aveva definita la «Čechov canadese», facendo riferimento al celebre scrittore russo dell’Ottocento, noto per drammi teatrali e racconti. Lo stesso Nobel le era stato assegnato in quanto «maestra del racconto contemporaneo». Munro era stata la prima persona canadese a vincere il prestigioso riconoscimento letterario internazionale.
Per le sue condizioni di salute Munro non andò a Stoccolma per ricevere il Nobel, e invece di un discorso in presenza mandò un videomessaggio di circa 30 minuti.
https://www.youtube.com/watch?v=EgKC_SDhOKk
I racconti di Munro sono in gran parte dedicati a descrivere l’esperienza di vita femminile nel corso del Novecento in un contesto come quello canadese. Le prime raccolte, come La danza delle ombre felici del 1968 e La vita delle ragazze e delle donne del 1971, raccontano vicende di formazione di giovani donne, mentre nei racconti più recenti, come quelli di Nemico, amico, amante… del 2001 e In fuga del 2004, le protagoniste sono donne di mezza età o anziane. Un’altra caratteristica della produzione letteraria della scrittrice è il realismo con cui è rappresentata la provincia canadese e la sua società.
In Italia i suoi libri sono stati pubblicati a partire dagli anni Novanta. Le prime a essere tradotte furono proposte da piccoli editori (Serra e Riva, la femminista La Tartaruga ed E/O); a partire dal 2000, con Il sogno di mia madre, sono state tutte pubblicate o ripubblicate da Einaudi, nelle traduzioni di Susanna Basso. La più recente è Uscirne vivi, del 2012.
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